Parliamo di terapie chirurgiche vascolari

PERCHÈ SI RICORRE ALLA CHIRURGIA VASCOLARE?

Gli interventi che il chirurgo vascolare esegue mirano a “ripulire” o talvolta “sostituire” quei tratti di arteria in cui si siano sviluppate delle placche che ostruiscano la circolazione, o che si siano allargate e rischino di rompersi.
In alcuni casi, gli interventi sono “preventivi”, cioè si eseguono prima che si manifestino dei sintomi che possono anche essere letali, quali l’ictus o l’emorragia interna. Altre volte si interviene per ripristinare un adeguato flusso di sangue, per esempio alle gambe, e permettere di camminare senza che compaiano crampi ai polpacci, o -nei casi più gravi- cercare di evitare l’amputazione di un arto.

Di seguito vi spiego brevemente come vengono eseguiti quattro tipi comuni di interventi chirurgici vascolari e per quali diagnosi vengono utilizzati.

 

CHIRURGIA CAROTIDEA (INTERVENTO TRADIZIONALE)

Si chiama Tromboendoaterectomia della carotide (TEA).

È un intervento chirurgico per la rimozione di placche carotidee nella prevenzione secondaria dell’ictus. Viene praticato generalmente in anestesia loco-regionale attraverso un’incisione di 8-10 centimetri circa sul lato del collo. Richiede un adeguato studio cardiologico pre-operatorio e un ricovero di tre giorni circa.

 

ANGIOPLASTICA E STENTING CAROTIDEO (“PALLONCINO”)

È un intervento eseguito con tecniche mini-invasive tramite una puntura all’inguine in anestesia locale. La placca carotidea non viene asportata ma “dilatata” e tenuta allargata da una piccola gabbia metallica (stent). Rispetto all’intervento tradizionale, offre il vantaggio di una minima invasività chirurgica.

 

RIVASCOLARIZZAZIONE ARTERIOSA DEGLI ARTI INFERIORI

  • Bypass delle arterie degli arti inferiori
  • PTA (dilatazione) delle arterie degli arti inferiori

Si tratta di interventi che vengono realizzati per ripristinare un adeguato apporto di sangue agli arti inferiori, allo scopo di alleviare i sintomi dell’insufficienza arteriosa (ad esempio claudicatio e ischemia cronica critica). Le metodiche utilizzate variano: dalla chirurgia femorale “aperta” (tradizionale), ai bypass al di sopra o al di sotto del ginocchio, all’utilizzo di tecniche endovascolari dei vasi iliaci, femorali superficiali e tibiali, con o senza utilizzo di stent.

 

INTERVENTO SULL’AORTA ADDOMINALE O TORACICA PER ANEURISMA (AAA E AAT)

  • Terapia chirurgica tradizionale di aneurismi addominali
  • Terapia endovascolare di aneurismi addominali

Intervento che consiste nella sostituzione chirurgica, o nell’esclusione endovascolare mediante il posizionamento di una endoprotesi, del tratto di aorta dilatato. Richiede un ricovero variabile da 4 a 8 giorni a seconda del tipo di intervento proposto. Lo si esegue solo in sala operatoria di strutture che abbiano a disposizione il reparto di Terapia Intensiva, in caso di necessità.

 

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